QUALI RISORSE PER LA SALUTE MENTALE? ALLEANZE TRA SERVIZI, UTENTI, FAMIGLIE, AGENZIE DEL TERRITORIO

In un generale contesto di progressiva riduzione delle risorse dedicate al Sistema Sanitario Nazionale e alla Salute Mentale in particolare (gli ultimi dati disponibili relativi al 2022 indicano che il dato di spesa per la
Salute Mentale è appena sotto il 3% del FSN, con ampie differenze tra Regioni), si pone con urgenza il problema di sostenere i Servizi pubblici di salute mentale, per garantirne mission ed efficacia.
Parallelamente osserviamo ormai da diversi anni un cambiamento di paradigma che implica la centralità della persona e della famiglia come protagonisti attivi del percorso di cura, in termini di co-progettazione e
condivisione delle scelte terapeutiche e riabilitative, ma anche di valutazione e di co-produzione della ricerca condotta nei Servizi. Un approccio che permette di amplificare il potere contrattuale della persona,
protagonista del proprio percorso di cura, favorendo percorsi di empowerment e di ridistribuzione del potere, con il superamento di quegli atteggiamenti paternalistici che favoriscono di fatto il mantenimento
della dipendenza. 
L’OMS ha pubblicato a maggio 2023, un documento finalizzato a promuovere il coinvolgimento significativo delle persone affette da malattie non trasmissibili (tra cui i problemi di salute mentale) nella coprogettazione
e miglioramento di politiche, programmi e servizi, fornendo indicazioni pratiche per rendere operativo tale coinvolgimento. Coinvolgere attivamente i portatori di interesse e le persone con esperienza
vissuta di disagio, può costituire un importante acceleratore per produrre cambiamenti positivi. L’OMS sottolinea come il coinvolgimento attivo delle persone esperte per esperienza vissuta, dei diversi
stakeholders e delle loro comunità possa altresì favorire, relativamente a problemi complessi, soluzioni innovative, inclusive e appropriate al contesto, permettendo di progettare, implementare, monitorare e
valutare insieme le soluzioni più pertinenti.
Inoltre, centrali nella storia (a partire dalla Legge 180) e nell’attualità dei Servizi di salute mentale, sono l’attivazione di percorsi inclusivi nei vari contesti di vita (scuola, lavoro, spazi ricreativi), quali imprescindibili
fattori di efficacia terapeutica, ma anche quali azioni capaci di contrastare lo stigma, sviluppare cultura, promuovere salute e benessere di comunità. In questo senso crediamo siano fondamentali le alleanze:
alleanze tra Servizi sanitari (salute mentale adulti e infanzia-adolescenza, dipendenze, cure primarie), servizi sociali, terzo settore, istituzioni della comunità (ad es. attraverso lo sviluppo di patti territoriali
finalizzati all’inclusione o di strumenti quali il budget di salute), contesti di formazione e ricerca (Università); ma anche alleanze con la Magistratura e le forze dell’ordine per la cogestione di situazioni
complesse quali quelle poste da utenti autori di reato.
E’ ormai dato di evidenza il marcato impatto dei determinanti sociali sulla salute in generale e su quella mentale in particolare, ed è quindi essenziale attivare e interconnettere le risorse della comunità in termini
di prevenzione, cura e promozione della salute.
In questo senso, appare centrale in epoca di crisi e di carenza delle risorse per i Servizi, evitare il rischio di isolamento, progettando in rete con gli attori formali e informali della comunità, poichè in realtà “non è
corretto pensare di avere noi operatori tutte le risposte”, ma piuttosto essere consapevoli che l’efficacia della prevenzione, cura e riabilitazione risiede più propriamente nella capacità di sviluppare alleanze con le
risorse della comunità e di tenere quindi, come Servizi pubblici di salute mentale, una “regia” delle alleanze, finalizzata alla promozione della salute e del benessere di comunità. Questo approccio si traduce di fatto in
un concreto potenziamento delle risorse disponibili per i Servizi e più in generale delle risorse necessarie a promuovere salute mentale.

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